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  giovedì 23 giugno 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Molestie clericali. Ora disertare le urne è negativo, si deve votare. Lo dicono i vescovi toscani.

di Gualtiero Vecellio

L’appello non può essere più esplicito: “Esortiamo ad andare alle urne e ad esprimere il proprio parere e la propria scelta: per quanto possa essere grande la delusione nei confronti della politica, disertare le urne è negativo”. L’invito viene dai vescovi della Toscana, ed è contenuto in una nota pubblicata sul settimanale cattolico Toscana oggi.

 

I vescovi sostengono che è comprensibile “il diffuso malessere nei confronti del sistema elettorale vigente, che tra l’altro impedisce la scelta effettiva dei candidati”, ma ritengono che sia “un diritto-dovere di tutti contribuire al bene comune e a una convivenza giusta, civile a livello locale, nazionale ed internazionale”.

 

Naturalmente non è sufficiente votare. Occorre effettuare anche una scelta “orientata da valori come il diritto alla vita, la difesa della famiglia e del matrimonio tra persone di sesso diverso, la libertà religiosa”. Messaggio chiaro: in perfetta sintonia con la nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 24 novembre 2002, dove si legge: “E’ fondamentale la tutela del diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e proteggere i diritti dell’embrione umano. Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità”.

 

Dunque, come ha del resto detto anche di recente il cardinale Camillo Ruini e la CEI, bisogna negare il voto a chi si oppone al finanziamento delle scuole e delle strutture clericali, vuole i PACS e in generale quello che è buona parte del programma politico della Rosa nel Pugno.

Ma l’appello non è solo a negare il voto ad alcuni, e darlo quindi, ad altri, sedicenti difensori della famiglia e di “valori” da intendere nel senso letterale:il “partito”, per intenderci, Giovanardi-Pedrizzi-Calderoli. Il documento dei vescovi toscani però afferma che astenersi è cosa negativa, e votare è un diritto-dovere.

 

Era però cosa positiva l’astensione, e non si trattava di un diritto-dovere, quando si trattava di decidere con un SI o con un NO, se mantenere in vigore o abrogare la legge sulla 40 sulla procreazione assistita. Sapranno, non se ne dubita, certamente spiegare e motivazione la coerenza della campagna antireferendaria di ieri non andando a votare, la campagna anti-Rosa nel Pugno e anti-laica di oggi andandoci; in ogni caso di tratta di una indebita, grave, pesante interferenza. Ma sono soprattutto il silenzio e l’indifferenza con cui queste interferenze vengono accolte e registrate che colpiscono e inquietano. E la solitudine in cui vengono lasciati coloro che non vogliono rassegnarsi.